𝐃𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭à

Anni fa, quando ancora si usavano gli iPod, avevo una custodia impermeabile che portavo sempre con me al mare. Entravo nell’acqua e rimanevo lì per ore, ascoltando meditazioni guidate e podcast americani che parlavano di risonanza morfogenetica, consapevolezza e potenziale umano.

Non avevo ancora iniziato il ThetaHealing ©️ ma solo una serie di altri percorsi e formazioni che facevo per me stessa e che tutt’ora sono un bagaglio importante che mi permette di usare molti strumenti in quella che è la mia passione.

Stare in acqua mi ha sempre fatto sentire estremamente connessa con il Tutto, come se passassi dal vecchio doppino Telecom con cui funzionavano i router mille anni fa, alla fibra ottica giapponese.

In quei momenti sognavo di poter lavorare anch’io un giorno in questo campo, aiutando le persone a liberarsi dai limiti e a ritrovare sé stesse. Allora non sapevo come trasformare quella passione in un lavoro concreto e come si passava dalla formazione alla realtà.

Ho continuato a formarmi, crescere, sperimentare, raccogliendo strumenti e modalità diverse. Poi finalmente ho incontrato il ThetaHealing©️ che è stato come la chiave che mi ha aiutato a comprendere perché continuavo a seguire formazioni e fare esperienze ma alla fine non concretizzavo quello che sentivo come la mia strada.

Oggi il mio lavoro è proprio questo: facilitare trasformazioni profonde, aiutare chi si rivolge a me a sciogliere blocchi inconsci e riconnettersi alla propria autenticità. È diventato il mio modo, la mia “ricetta”, fatta degli ingredienti vissuti sulla mia pelle.

Lo scorso anno ho deciso di ricreare quel rituale: ho comprato una nuova custodia impermeabile e delle cuffie per il telefono. Sono tornata in acqua ad ascoltare meditazioni e testimonianze di chi ha trasformato la propria passione in missione… questa volta però con la consapevolezza che io stessa sto vivendo quella realtà, pur continuando a investire sulla mia formazione, fare esperienza, integrare conoscenze.

E mentre nuoto tra onde e silenzi, sento nascere nuove domande:

✨ Come posso aiutare ancora più chi lo desidera a liberarsi da limiti che ormai non sentono più loro?

✨ Come posso ancora di più aiutare chi ha voglia di impegnarsi per riscoprire la fiducia in se stessi e nella vita così che tutto possa veramente trasformarsi?

✨ In che modo posso contribuire a far sì che la trasformazione diventi reale, concreta e duratura?

✨ Quali nuove possibilità posso aprire, per me e per chi cammina al mio fianco?

Perché sì, lavorare su di sé richiede impegno, richiede il coraggio di guardarsi dentro, la perseveranza di andare avanti, la voglia di continuare ad investire emotivamente su di sé,

di andare a scovare e riportare in superficie emozioni e ferite che abbiamo negato e nascosto dentro di noi, dove continuano ad agire e farci del male così da poterle guardare in faccia e liberarle finalmente, sciogliere convinzioni che non ci appartengono più.

Ma è possibile. E lo so perché l’ho visto, l’ho vissuto e lo vedo ogni giorno nelle persone che scelgono di trasformarsi.

Ed è proprio da un sogno cullato nell’acqua che ho imparato che la vita può sorprenderci: quello che immaginiamo, se ci diamo la possibilità di crederci e di crescere, può davvero prendere forma.

E le conferme arrivano ogni giorno. Proprio stamattina una ragazza mi ha scritto un messaggio meraviglioso: voleva ringraziarmi perché, dopo almeno un paio di anni di ricerca, vedeva concretizzarsi, trasformarsi e mettersi a posto così tante cose ma c’era sempre qualche impedimento rispetto alll’anima gemella che tanto desiderava. E ora è finalmente arrivata e voleva dirmelo anche per ringraziarmi.

Era felice, grata, emozionata. Ma la verità è che deve ringraziare soprattutto se stessa: la determinazione che ha avuto nel continuare a guardarsi dentro, nel riconoscere le protezioni e i veli che la portavano a scegliere diversamente. Io ho solo contribuito ad aiutarla a scoprire cosa si nascondeva dietro quegli specchi che tutti, a volte, ci mettiamo davanti per restare nel conosciuto e nella mancanza.

Con affetto,

Simona ✨

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